“Il cratere di Stromboli rappresenta la maggiore sorgente di rischio tsunami nel Mar Mediterraneo”. Lo ha annunciato Giuseppe De Natale, dirigente di ricerca dell’Ingv. “Il rischio vulcanico in Italia – prosegue il ricercatore – è estremamente variabile, poiché dipende dalla natura e dalla localizzazione degli apparati vulcanici considerati. L’Etna è un tipo di vulcano che non pone rischi immediati per la vita umana, sebbene alcune colate laviche possano talvolta minacciare i centri abitati. Il rischio principale è quello sismico legato ai processi vulcanici e alle faglie che contornano l’Etna. I vulcani delle Eolie sono caratterizzati da livelli modesti di esplosività. Gli episodi come quelli verificatisi a Stromboli nel luglio e agosto 2019 sono però imprevedibili e molto rischiosi per i turisti che affollano l’isola. Stromboli, con il fianco estremamente instabile della Sciara del Fuoco, rappresenta inoltre la maggiore sorgente di rischio tsunami nel Mar Mediterraneo. Anche i vulcani sottomarini, numerosi nel basso Tirreno sono potenziali sorgenti di tsunami, sebbene di minore pericolosità. Il rischio vulcanico più alto al mondo, però, è quello dell’area napoletana, per la presenza di molteplici aree vulcaniche caratterizzate da altissima esplosività, estremamente popolate: Vesuvio, Campi Flegrei e Ischia – chiosa De Natale -, oltre ad altre possibili sorgenti di eruzioni nella Piana Campana”.
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